Andreco presenta il progetto Flumen e il video inedito della performance Tiberina

«Un progetto che nasce da un’urgenza», così l’artista ha definito il suo ultimo lavoro al in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua

mercoledì 23 Marzo 2022 Davide Maria Mannocchi

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, il Museo MAXXI di Roma apre le sue porte per riflettere su uno dei temi più attuali del nostro contemporaneo. Il così detto “Oro Blu” è una risorsa indispensabile per l’essere umano e per l’intero pianeta ma oggi ci troviamo a essere testimoni di una delle più gravi crisi idrogeologiche della storia. L’antropizzazione degenerata prosciuga il pianeta della sua linfa e la presa di coscienza di tale grave condizione rimane essenziale, in particolare per le future generazioni che abiteranno la Terra.

L’incontro vede la partecipazione di Andrea Conte, in arte Andreco, padre del progetto Flumen – Climate Actions per i parchi e i fiumi a Roma, che nel 2022 arriva alla sua terza edizione Laura Passatore, ricercatrice CNR e Teresa Macrì, critica d’arte. Al centro dell’iniziativa Flumen c’è la ricerca di un nuovo modo di convivere con l’ecosistema naturale in cui siamo inseriti come individui e come comunità. Il fiume è l’elemento che fa da pilastro, in quanto veicolo di mitigazione delle temperature e agente indispensabile per l’equilibrio di qualsiasi ecosfera, per questo Andreco ne fa il simbolo di questa ricerca.

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«Flumen nasce dall’esigenza di operare sul territorio, a livello locale. Mi interessava portare risultati nei luoghi in cui operiamo e per questo ho scelto di lavorare per costruire una rete di partner che vedesse cooperare le istituzioni, la rappresentanza scientifica e gli attivisti che ogni giorno lavorano impegnandosi per tutelare il Tevere. – Spiega Andreco – Le azioni di Flumen sono parte di un progetto corale. Il cittadino che partecipa alle nostre escursioni impara a campionare e studiare i paramenti biologici per comprenderne le criticità. Questo discorso si poggia sul concetto di citizen-science, in cui è il singolo individuo che perde la sua passività per trovare gli strumenti e agire in maniera attiva e sistematica».

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L’artista ha condotto indagini, ricognizioni, monitoraggi partecipati, raccolte dati, ricerche, interventi di piantumazione e naturalmente azioni performative che hanno coinvolto soggetti esperti e cittadini, famiglie, bambini, esplorando lo stato dei fiumi di Roma nella Capitale, soprattutto le aree del Tevere, dell’Aniene e del Parco di Veio.

«Inizio con un numero, più 1,5°. Questa è la previsione delle temperature della terra entro il 2040. Perché un numero così piccolo può essere cosi influente? La risposta ce la offre l’elemento dell’acqua. – Spiega la ricercatrice del CNR Laura Passatore – L’equilibrio che garantisce al nostro pianeta la presenza idrica è incredibilmente fondamentale e i nuovi scenari che questa variazioni climatiche ci porteranno sono un argomento che ci riguarda direttamente. Dobbiamo pensare a un riadattamento e le operazioni di Andreco ragionano proprio sulla necessità di immaginare un futuro alternativo per l’intero genere umano»

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Andreco, Aule Verdi

Durante l’incontro viene presentato il video inedito Tiberina, che racconta la Parata Tiberina degli Inizi, performance collettiva diretta Andreco e prodotta da Romaeuropa Festival, in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, l’Accademia Santa Cecilia e Zetema.

La performance è stata realizzata a gennaio 2020, poco prima dell’inizio della prima ondata pandemica. All’interno della performance catturata dal video Andreco svolge un ruolo poliedrico. L’artista si cimenta nel ruolo, oltre che ideatore, di regista e direttore di una parata che si svolge nel cuore della Capitale, un’azione site specific. La parata è la forma di azione che rimanda subito il nostro pensiero all’attivismo e aiuta a calarsi nella visione partecipativa, fondante nella ricerca dell’artista romano. «Quest’opera per me non è intrattenimento, è un’istanza, una vertenza» spiega Andreco.

«All’interno del lavoro di Andreco torna il discorso della ripetizione e della differenza. C’è questa forma di liturgia laica che conduce a un concetto di oltre umano. Nel video vediamo sfilare i performer con i volti coperti da un passamontagna, ogni individuo perde la sua riconoscibilità – Spiega la critica d’arte Teresa Macrì – La parata contemporanea si manifesta nella sua bellezza creando empatia tra la città come corpo vivente, rappresentato dai cittadini curiosi, e i performer».

«Tiberina è stata una delle produzioni più grandi di questo ciclo di parate che faccio ormai da 15 anni. Volevo fare qualcosa che riguardasse l’acqua, è un elemento che ha sempre fatto parte della mia doppia vita fin quando ero un ingegnere ambientale. – Racconta l’artista Andreco – In questo caso io e i performer eravamo il Tevere. eravamo il fiume che invade la città che straborda e invade Roma in maniera equa, democratica. Il fiume però produce anche un grido disperato. Il film inizia infatti con un requiem, un rituale funebre».

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